
La Legge Mancino è anticostituzionale perché in contrasto con l’art. 21 della Costituzione che garantisce libertà di espressione ai cittadini. Nel 1974, negli anni del terrorismo comunista, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l’art. 415 del Codice penale nella parte in cui prevedeva come reato l’istigazione all’odio tra le classi sociali. La motivazione in quel caso era proprio l’art. 21 della Costituzione: due pesi, due misure…
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Il «like» al post razzista è istigazione all’odio
RispondiEliminaEd è proprio questo il punto su cui si basa la recente sentenza della Suprema Corte [2]: il «like» su un post razzista (nel caso specifico, antisemita) pubblicato su un social network deve essere considerato un grave indizio del reato di istigazione all’odio razziale.
Il ragionamento della Cassazione è il seguente: per manifestare il proprio gradimento ad un’associazione o ad un’ideologia nazifascista non è necessario aderire a tale movimento o esprimere a parole il proprio pensiero. Basta – spiegano gli Ermellini – un segnale di apprezzamento che contribuisce a diffondere in modo più capillare un messaggio già di per sé rivolto ad un numero imprecisato di persone. Un «like», appunto. Un «mi piace», un pollice alzato su Facebook, un cuoricino su Instagram o su Twitter, un emoticon di applausi o una faccina sorridente con gli occhi a forma di cuore su WhatsApp.
Nel caso esaminato dai giudici di piazza Cavour, era finito un individuo ritenuto responsabile di avere messo dei «like» su alcuni post antisemiti e di averli rilanciati dai propri account social. A nulla è valso il tentativo di difesa basato sulla teoria secondo cui i «like» sono una semplice espressione di gradimento e non possono dimostrare né l’appartenenza ad un gruppo nazifascista né la condivisione degli scopi illeciti: la Cassazione ritiene sufficienti le manifestazioni di adesione e le condivisioni per far scattare il reato di istigazione all’odio razziale, per di più quando si tratta di messaggi discriminatori e negazionisti contro gli ebrei (descritti come «veri nemici») e contro la Shoah (definita «una menzogna madornale»).
Non bisogna dimenticare – sottolinea la sentenza – che i social network come Facebook considerano rilevanti i «like» grazie ad un algoritmo che permette di far arrivare un contenuto a molte più persone: «La funzionalità “newsfeed”, ossia il continuo aggiornamento delle notizie – spiega la Suprema Corte – e delle attività sviluppate dai contatti di ogni singolo utente è, infatti, condizionata dal maggior numero di interazioni che riceve ogni singolo messaggio».
https://www.laleggepertutti.it/548512_mettere-like-su-un-post-razzista-cosa-si-rischia
RispondiEliminahttps://www.proiezionidiborsa.it/scattano-multe-da-6-000-euro-per-chi-mette-like-a-questi-post-sui-social-network/
www.ilsole24ore.com/art/e-istigazione-all-odio-like-post-razzista-AER3z9CB