PADOVA
Il candidato sindaco di Bovolenta Nicolò Leotta,
32 anni, è indagato per istigazione all'odio religioso, sulla base
della legge Mancino, per aver scritto sui social, secondo le accuse,
frasi ingiuriose contro i testimoni di Geova. «Prima le necessità di
Bovolenta, se sarà necessario per fare avere qualcosa in più ai
cittadini si potrà valutare la demolizione o il cambio d'uso del tempio
per i testimoni di Geova. La ruspa la so guidare», avrebbe riportato su Facebook nel settembre scorso.
Successivamente in un altro post sul social il candidato sindaco, che è
veneziano, avrebbe postato la notizia di un testimone di Geova che ha
rifiutato la trasfusione, commentando: «Uno dei motivi per cui il tempio
a loro destinato sarà usato a favore del paese».
Un cittadino aveva
denunciato le frasi alla procura, che ha aperto un fascicolo.

La Legge Mancino è anticostituzionale perché in contrasto con l’art. 21 della Costituzione che garantisce libertà di espressione ai cittadini. Nel 1974, negli anni del terrorismo comunista, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l’art. 415 del Codice penale nella parte in cui prevedeva come reato l’istigazione all’odio tra le classi sociali. La motivazione in quel caso era proprio l’art. 21 della Costituzione: due pesi, due misure…
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