giovedì 31 agosto 2017

Modena, file per stranieri al Kyi. Tre indagati per ‘razzismo’

Modena.24agosto2017.
Non sono più ignoti: sono tre gli indagati per il pesante reato di discriminazione e odio per motivi razziali dopo l’istituzione di quelle presunte liste ‘razziste’ all’ingresso della discoteca Kyi di Baggiovara. Si tratta del consigliere di amministrazione della società cooperativa che fornisce i servizi al locale, del giovane amministratore del Kyi e di uno studente e noto pierre del locale.
Il caso, lo ricordiamo, era esploso a inizio anno a seguito della denuncia presentata in questura da Abi Zar, 27enne di origini ghanesi cresciuto a Cavezzo e residente a Londra il quale aveva riferito, durante una serata con gli amici, il 13 gennaio scorso, di essere stato ‘invitato’ dallo staff dell’organizzazione a spostarsi in un’altra fila rispetto a quella dove si trovavano i suoi amici ‘bianchi’.
Dinanzi alle sue perplessità, l’addetto gli avrebbe risposto: «Questa è la regola».
Successivamente, dopo ‘lo scandalo’ esploso sui social, Abi era stato contattato da Jeffrey Boateng, connazionale, che aveva sporto a sua volta denuncia per un episodio analogo accorso la sera del sei gennaio a lui e ad un amico col quale si era recato al locale. In quell’occasione un addetto alla sicurezza avrebbe dichiarato che la loro fila, dove si pagavano 25 euro, era quella riservata agli extracomunitari.
Il pm titolare dell’indagine, Claudia Natalini, ha di recente notificato la chiusura delle indagini ai tre indagati con l’ipotesi di reato appunto di aver «commesso atti discriminatori per motivi razziali ed etnici. A partire dall’inizio dell’anno 2017 e, in particolare nelle serate del 6 e 13 gennaio, stabilivano che fosse istituta – si legge nell’avviso di conclusione indagine – una apposita fila di ingresso riservata agli extracomunitari ai quali, onde disincentivarne la frequentazione del locale, sarebbe stato richiesto come prezzo del biglietto la somma di 25 euro senza diritto alla consumazione».
Un episodio sul quale si era subito voluto far luce, col procuratore capo Lucia Musti che, a fronte delle denunce, aveva confermato l’apertura dell’indagine contro ignoti per violazione della legge Mancino sull’odio razziale definendo il caso «odioso» se fosse stato confermato. Diverse i testimoni sentiti dagli uomini della Digos, che si sono occupati delle indagini. Tra questi anche un addetto alla cambusa della discoteca, che ha spiegato di essere stato convocato dallo staff della società che gestisce gli eventi la sera del 3 gennaio 2017 per essere messo al corrente delle novità organizzative. In quell’occasione – ha spiegato il ragazzo – gli oganizzatori avrebbero annunciato le nuove liste: una per ragazzi dalla classe 1998 in giù, non graditi al locale perchè troppo giovani e i «vari Abdul e Aziz nell’altra fila».
Il testimone ha consegnato nelle mani della polizia un file audio, inviato tramite whatsapp da uno degli indagati, nel quale viene data disposizione di «mettere gli stranieri, gente non ben accetta nel locale in un’altra fila e pagheranno 25 euro senza alcuna consumazione. Il file è stato acquisito dalla digos. I tre indagati, in sede di interrogatorio, alla presenza del proprio legale, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’avvocato dei tre, però, ha presentato una memoria dalla quale si evince, al contrario, come non sia mai esistita una fila riservata agli extracomunitari ma come i due denuncianti siano entrati nel locale pagando invece il prezzo ridotto. «Si era deciso di aumentare il prezzo – spiegano nella memoria – 25 euro al posto di 15 solo per coloro che non erano inseriti nelle liste o per coloro che in passato avevano creato problemi o disturbi all’interno della discoteca. Italiani o stranieri che fossero».

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