giovedì 31 agosto 2017

Modena: Abi Zar chiede condanne esemplari

Modena. 25.AGOSTO.2017.


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«Aspetto con ansia il rinvio a giudizio. Occorre denunciare, occorre non abbassare la testa. È la scelta più dura ma bisogna ribellarsi, in modo pacifico, senza violenza né insulti ma con forza e dignità». Così sulla sua pagina Facebook Abi Zar, il 27enne di origini ghanesi che abitava a Cavezzo e ora è residente a Londra, commenta la notizia della chiusura delle indagini sul caso che lui, assieme ad un altro giovane di origini ghanesi, Jeffrey Boateng, aveva sollevato all’inizio di quest’anno. Si tratta della vicenda delle file razziste al Kyi, locale di Baggiovara, quella sorta di “regola” che ha portato la sera del 6 gennaio alla creazione di una “selezione” all’ingresso della discoteca con una fila riservata ad extracomunitari che avrebbero pagato il prezzo massimo d’ingresso senza neppure la consumazione. Dopo la sua denuncia e anche la presenza di un file audio diffuso dallo steso Abi, poi acquisito dalla Digos, in cui si spiegano i modi di questa regola per gli ingressi, la Procura di Modena (pm Claudia Natalini) aprì un fascicolo inizialmente contro ignoti: ipotesi di accusa “discriminazione e odio per motivi razziali”, il primo articolo della Legge Mancino. Ora si è arrivati alla conclusione delle indagini e per il reato sopraccitato sono state indagate tre persone. Si tratta del consigliere di amministrazione della società cooperativa che fornisce i servizi al locale, del giovane amministratore del Kyi e di uno studente e noto pierre del locale. Tutti e tre sono difesi dallo stesso avvocato il quale ha già presentato alla procura una memoria difensiva sulla vicenda.

Abi Zar intanto è soddisfatto di come stia proseguendo la vicenda e scrive sui Fb: «Finalmente si sono chiuse le indagini. Ho letto tutto il fascicolo e non sono stato per niente sorpreso: gli interrogati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere in merito alle accuse. Hanno, tuttavia, depositato delle memorie tramite avvocato affermando sì che ci fosse l'intenzione di una fila diversa con prezzo maggiorato (e del resto era difficile negare l'evidenza dell'audio) ma che il tutto fosse stato previsto solo per questioni di sicurezza e non fosse stato attuato nessuna discriminazione indistinta legato alla razza. Peccato che io non fossi mai stato prima in quel locale, peccato che nessuno ha risposto alle mie richieste di spiegazioni, peccato che nessuno mi ha mai comunque fatto controlli di sicurezza e peccato che nessuno di quelli che hanno denunciato aveva mai dato fastidio ad una mosca in quel locale. Per giustificarsi si sono pure attaccati al fatto che io sono entrato pagando il prezzo normale. Questa, per me, è una mossa disperata e infima dal momento che io mi sono impuntato, non ho abbassato la testa e non mi mosso di un cm chiedendo spiegazione più volte senza riceverle, e se non fosse arrivato il membro dello staff a dire che "per quella volta potevo entrare" sarei rimasto lì, fermo. L'unico motivo per cui non ho fatto quella fila dedicata agli extracomunitari è questo e non accetto che il mio atto di ribellione pacifico sia usato addirittura come prova del fatto che non volessero discriminare. Ho fiducia perché ci hanno provato ma gli è andata male, per ora. Il Gip procede e gli indagati ora ci sono. Aspetto con ansia il rinvio a giudizio. Tengo molto di piú, però, a ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato, a partire da chi ha denunciato dopo e chi ha testimoniato esponendo i fatti, da chi mi ha consigliato a chi ha scritto anche solo per una parola di conforto. Ve ne sono grato».

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