Cvd.
Come volevasi dimostrare: la legge mancino serve solo a tutelare gli ebrei da critiche a israele e a qualsiasi cittadino ebreo.
PADOVA – Il giudice di pace di Padova ha assolto il fotografo Oliviero Toscani dall’accusa di diffamazione per aver dato degli “ubriaconi” ai veneti.
I fatti risalgono all’aprile 2015 quando, durante un’intervista radiofonica alla trasmissione La Zanzara di Radio24, il fotografo aveva dichiarato, parlando dei veneti: “Sono un popolo di ubriaconi ed alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri”.
Toscani era stato poi citato in giudizio da una donna padovana che si
era sentita offesa dalle sue parole. Oggi però, nella sua sentenza, il
giudice ha spiegato che non sussisterebbe alcuna diffamazione “non
essendo individuabili in termini di affidabile certezza riferimenti
inequivoci a circostanze e fatti di notoria conoscenza attribuibili ad
un determinato individuo”.
Lo scorso giugno era stata la Corte di Cassazione ad
archiviare la denuncia presentata da quattro veneti che si erano
sentiti offesi da quelle parole. Ad avviso della Cassazione, “Toscani,
nel definire i ‘veneti ubriaconi e alcolizzati’, ha
fatto affermazioni del tutto generiche, indubbiamente caratterizzate da
preconcetti e luoghi comuni (con riferimento alle asserite
caratteristiche di abitanti in una determinata zona del territorio
nazionale) ma prive di specifica connessione con l’operato e la figura
di soggetti determinati o determinabili”.
Né, tantomeno, nelle parole di Toscani, per la Suprema Corte, è ravvisabile l’incitazione all’odio etnico
verso i veneti, come hanno sostenuto i quattro denuncianti invocando
nei confronti del fotografo l’applicazione della legge ‘Mancino’, quella
che si applica contro gli ultrà del calcio, o i militanti più accesi
della destra xenofoba. In altre parole, parlare per ‘luoghi comuni’ non è
diffamatorio, almeno quando non si fa riferimento a persone specifiche,
e
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