Aggravante dell’odio razziale punibile
solo se c’è un altro reato. Chiamare una persona “negro” è tutt’al più ingiuria, a meno che la vittima sia assente.
L’odio razziale
Il Codice penale [2] punisce con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.Viene poi punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità la pena è aumentata fino alla metà [3].
La sostanza di queste norme è che l’odio razziale scatta solo quando c’è:
- una propaganda di idee razziste;
- una istigazione a commettere atti di discriminazione;
- una istigazione a commettere atti di violenza fondati sull’odio razziale.
Dire negro di merda è vietato?
L’odio razziale costituisce una aggravante. Esso, quindi, si deve poggiare su un reato. Se non c’è un reato, la discriminazione in sé non è punibile.Dire «negro di merda» mentre si picchia una persona configura il reato di lesioni, aggravato dall’odio razziale. Ma dire semplicemente «sei un negro di..», senza però commettere altri delitti, può integrare un reato? La risposta è negativa e la ragione è molto semplice. La spiegheremo qui di seguito.
Dire, in generale, a qualsiasi persona, «sei un uomo di merda» è sicuramente un’offesa, la quale ricade nell’ingiuria. Ma l’ingiuria non è più reato, essendo stata depenalizzata nel 2016. Oggi, a fronte di questo comportamento, si sconta una semplice sanzione di carattere amministrativo. Questa, peraltro, non scatta in automatico, ma è subordinata all’avvio di un giudizio civile di risarcimento del danno che deve intentare la vittima. Se, quindi, la parte lesa non agisce in una normale causa (avvalendosi di un avvocato e notificando l’atto di citazione), il colpevole dell’ingiuria non subisce alcuna conseguenza. Se la condotta viene poi posta alla presenza di più persone, la sanzione economica è più pesante.
Se, però, la vittima non è presente nel momento in cui la si apostrofa come “persona di merda” si configura la diffamazione che, invece, a differenza dell’ingiuria, è ancora reato. In questo caso, la si può querelare.
Risultato: dire «sei un negro di merda» senza usare le mani o commettere altro illecito penale non è un’azione che configura un reato. Si tratta di un semplice illecito civile, quello di ingiuria, che può dar luogo, a tutto voler concedere, a una richiesta di risarcimento del danno.
Se, però, la frase viene pronunciata in pubblico, in assenza della vittima, la condotta è penalmente rilevante e punibile come diffamazione.
La vicenda
Nella sentenza in commento, la Corte è pervenuta a una sentenza di colpevolezza perché chi aveva pronunciato la frase offensiva aveva prima inferto una coltellata alla vittima, così rendendosi responsabile del delitto di lesioni. Ad esso, quindi, è stata giustamente sommata l’aggravante per l’odio razziale.https://www.laleggepertutti.it/306728_razzismo-dire-negro-di-merda-e-reato
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