martedì 15 maggio 2018

roberto saviano condannato in Cassazione.

ROMA.

Lo scrittore Roberto Saviano ha copiato tre articoli di giornale inseriti nel suo primo libro, il bestseller Gomorra edito dalla Arnoldo Mondadori; tre articoli paradossalmente pubblicati da quei giornali – Cronache di Napoli e Cronache di Caserta – che lo stesso Saviano aveva duramente attaccato, indicandoli come esempi pericolosi (uno su tutti l'intervento al Festivaletteratura di Mantova del 2008). La sentenza di condanna per plagio ora è inappellabile: arriva dal terzo grado di giudizio, dalla Corte di Cassazione. Fanpage.it è in grado di pubblicare l'intero dispositivo che condanna Roberto Saviano e Mondadori e, di fatto, conferma l'impianto della condanna che la Corte d'Appello di Napoli, sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale, aveva sancito per scrittore e editore, nel settembre dell'anno 2013.

    Roberto Saviano e il plagio in Gomorra
    La sentenza della Corte di Cassazione 2015
    La sentenza della Corte d'Appello 2016

Roberto Saviano e il plagio di Cronache di Napoli e Cronache di Caserta

La Suprema corte, prima Sezione civile, presieduta da Renato Rordorf ha di fatto confermato l'esistenza del plagio da parte di Saviano nei confronti di Libra Editrice scarl, editore dei quotidiani locali a tiratura regionale Cronache di Napoli e di Cronache di Caserta. La difesa delle società era affidata agli avvocati da Marco Cocilovo e Barbara Taglialatela, quest'ultima vincitrice anche della causa in Appello. La storia è lunga e articolata (leggi qui il resoconto di Fanpage sul plagio di Roberto Saviano, nel 2013): i giudici di Appello avevano riconosciuto l'esistenza di più plagi nel libro Gomorra, rappresentati dalla presenza di tre articoli: "Il multilevel applicato al narcotraffico" e "Ore 9: il padrino lascia la ‘sua' Secondigliano" editati da Cronache di Napoli per i quali è stata riconosciuta la riproduzione abusiva; e "Boss playboy, De Falco è il numero uno", pubblicato dal "Corriere di Caserta", ritenuto illegittimamente riprodotto senza la citazione della fonte. I primi due articoli sono stati copiati e inseriti nel best seller simbolo dell'anticamorra in Campania nel capitolo che parla della prima faida di Scampia, quella tra la famiglia Di Lauro e gli Scissionisti (i cosiddetti ‘spagnoli'). Il terzo, invece, in "Gomorra" viene riprodotto ma senza indicare la fonte dalla quale è copiato.
Libra Editrice contro Saviano: cosa dice la Cassazione sul plagio in Gomorra

La Cassazione ha bocciato l'ipotesi difensiva di Saviano e Mondadori sull'accusa di plagio: «Si ha violazione dell'esclusiva – scrive in sentenza la Cassazione – non solo quando l'opera è copiata integralmente (riproduzione abusiva in senso stretto) ma anche quando si ha contraffazione dell'opera precedente, contraffazione la quale implica delle differenze, oltre che delle somiglianze). Ora, quando si tratta di valutare se c'è o no contraffazione – scrive ancora la Corte – non è determinante, per negarla, l'esistenza di differenze di dettaglio: ciò che conta è che i tratti essenziali che caratterizzano l'opera anteriore siano riconoscibili nell'opera successiva». «La Corte d'Appello – si legge a pagina 14 della sentenza del Palazzaccio – ha adeguatamente riconosciuto che gli articoli giornalistici oggetto del presente giudizio, in quanto elaborazione di dati e informazioni espressi n modo personale, rientrassero nella protezione del diritto d'autore, dovendo oltretutto osservarsi che ciò corrisponde ad un espresso dato normativo (il riferimento è alla legge sul diritto d'autore ndr.)».

E dire che nella prima sentenza –  correva l'anno 2010 –  il pronunciamento  fu favorevole a Saviano e all'editore di Segrate. Nel successivo grado di giudizio, invece, il ribaltamento della decisione. Ora a chiudere tutto arriva la Cassazione che mette fine alla querelle e respinge il ricorso dell'autore di Gomorra, nel frattempo passato da Mondadori a Feltrinelli. Ora è il conquibus ad essere oggetto di valutazione. La Suprema Corte ha infatti accolto solo in una parte il ricorso di Mondadori e Saviano:  quella relativa ai criteri di liquidazione del danno subito dall'editore Libra per la copia degli articoli senza autorizzazione. In pratica, la Cassazione ha ritenuto insufficiente la motivazione della Corte di Appello sui criteri della liquidazione che quindi dovrà essere adeguatamente motivata. In Appello Saviano e Mondadori erano stati condannati a scucire 60mila euro a titolo risarcitorio più altri 20mila di spese legali (la parte economica è stata poi rinviata in Appello e rivista dal tribunale). Subito dopo la sentenza del 2014 lo scrittore casertano si era così espresso: «Ho sempre cercato fonti e notizie ovunque le trovassi. Ho sempre voluto come prima cosa accertarmi che quanto stessi raccontando fosse vero, provato, verificato. Anche se si tratta dello 0,6% del mio libro, non voglio che nulla mi leghi a questi giornali: difenderò il mio lavoro e i sacrifici che ha comportato per me e per le persone a me vicine». E ora, invece, la giustizia italiana dice che le storie di Saviano, del suo bestseller Gomorra e dei due giornali Cronache di Napoli e Cronache di Caserta saranno  – ovviamente per una minima parte – indissolubilmente legate.
Novembre 2016: confermata la condanna, ridotto il risarcimento

Nel mese di novembre del 2016 la Corte di Appello di Napoli ha ribadito la condanna dell'autore de "La paranza dei bambini" e della Arnoldo Mondadori Editore spa per l'illecita riproduzione di articoli pubblicati dai quotidiani Cronache di Napoli e Corriere di Caserta e riportati nel libro ‘Gomorra', rivedendo tuttavia la parte economica destinata alla Libra editrice e fissata in una «somma complessiva di 6mila euro a titolo di danni patrimoniali – si legge nella sentenza della Corte di Appello di Napoli – sezione specializzata in materia di impresa – per l’illecita riproduzione di articoli nei brani del libro “Gomorra” pubblicati dal quotidiano Cronache di Napoli, nonché per l’illecita riproduzione in quanto priva dell’indicazione della fonte dell’articolo, pubblicato dal quotidiano Corriere di Caserta».
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