ASSOLTI. Durenghello piange.
"Secondo le motivazioni della sentenza, le espressioni incriminate sono state
ritenute confinabili all'ambito di una rivalità di tipo sportivo il cui
intento era la mera derisione sportiva e non discriminatoria tale per
cui le modalità di accostamento della parola ebreo a giallorosso non
costituiscono alcun concreto pericolo di
diffusione di un'idea di odio razziale e di superiorità etnica'".
Con questa motivazione due tifosi biancocelesti, Alessandro Pasquazzi e
Fabrizio Pomponi, sorpresi nel 2013 in Curva Nord mentre intonavano il
coro, sono stati prosciolti con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. Decisione presa dal gip di Roma Ezio Damizia. I pm li avevano accusati di diffondere odio razziale.
Nella lettera la presidente Durenghello scrive: "Con grande inquietudine e
preoccupazione vi scrivo in merito alla recente sentenza emessa dal Gup
del Tribunale di Roma, riportata tra l'altro da alcuni organi di stampa,
sulla base della quale due tifosi denunciati per diffusione di odio
razziale dopo aver intonato il triste e ricorrente coro 'giallorosso
ebreo', sono stati prosciolti perché il fatto non sussiste".
"Si tratta indubbiamente di un precedente allarmante per la giustizia di
questo Paese che, in sostanza, legittima l'utilizzo dell'aggettivo
ebreo in forma dispregiativa e razzista e comunque come strumento di
derisione durante gli eventi sportivi".
"È ineluttabile il rischio che deriverà da una acritica e passiva
accettazione di questa linea di pensiero che verrà inevitabilmente
assunta come discriminante rispetto a condotte che obiettivamente non
meritano di trovare alcuno ingresso in qualunque contesto e ancor meno
legittimazione. Le manifestazioni sportive diverrebbero altrimenti 'zone
franche' dove esprimere in libertà commenti razzisti e antisemiti".
"Mi rivolgo quindi a voi con lo scopo di ribadire che in questo Paese
gli antisemiti, unico aggettivo in grado di qualificare chi deride un
tifoso avversario appellandolo 'ebreo', siano perseguiti e condannati e
non ci sia spazio per alcuna ambiguità, soprattutto nelle aule dei
nostri Tribunali".
"La nostra Costituzione e la Legge Mancino rappresentano due pilastri
fondamentali del nostro sistema normativo dei quali, come cittadini
italiani, primi tra tutti ad essere orgogliosi dei valori liberali e
democratici della nostra Nazione, sentiamo il bisogno di una corretta
applicazione. Solo pochi giorni fa, durante il Giorno della Memoria,
abbiamo ricordato come un crescente clima di antisemitismo nella società
italiana, maturato anche nelle aule di giustizia, fu il preludio al dramma della Shoah".
"Per questa ragione è ancor più necessario intervenire per far sì che
questa sentenza, che stentiamo a comprendere per la sua astratta
devastante portata e le cui motivazioni attendiamo di leggere con
interesse e allarme, non produca risultati nefasti soprattutto in
prossimità di eventi sportivi carichi di rischi, tensioni e
conflittualità".
"Prima di avviare qualunque procedura
attendiamo di leggere le motivazioni del giudice. In tutti i casi
abbiamo chiesto di acquisirle".
Così il ministro della Giustizia Andrea
Orlando, interpellato a margine di una cerimonia al Quirinale in merito
all'appello rivolto a lui e al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini
dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello a
intervenire dopo la decisione del Gup sulla frase "giallorossi ebrei",
pronunciata dai tifosi.
La Legge Mancino è anticostituzionale perché in contrasto con l’art. 21 della Costituzione che garantisce libertà di espressione ai cittadini. Nel 1974, negli anni del terrorismo comunista, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l’art. 415 del Codice penale nella parte in cui prevedeva come reato l’istigazione all’odio tra le classi sociali. La motivazione in quel caso era proprio l’art. 21 della Costituzione: due pesi, due misure…
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LA durenghello mi e' caduta sul .......a volte anche loro perdono,che non ci sia un qualche segno di risveglio Italia no ? Confido nella divina provvidenza
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