La procura di
Milano ha aperto un fascicolo sul caso della
pubblicazione su Facebook di vignette inneggianti alle camere a gas
contro gli immigrati. La Digos ha depositato notizia di reato nei confronti di
Daria Katarzyna Janik, cittadina polacca e presidente del comitato "Giù
le mani dalla Montello", nato nella zona di piazza Firenze per
opporsi all'annunciato arrivo di 300 profughi.
Janik a giugno pubblicò un fotomontaggio raffigurante un gerarca nazista
che, di fronte all'ingresso di un campo di sterminio, rivolgendosi ad
Adolf Hitler dice: "Capo, ci sono gli immigrati". Il dittatore risponde:
"Falli accomodare, alle utenze ci penso io", con riferimento alle
camere a gas. In un'altra vignetta, diffusa dalla Janik il 14 agosto, si
sostiene che gli ebrei vogliono "rendere schiavo" il mondo.
Nei prossimi giorni, il fascicolo aperto nei confronti della
Janik sarà assegnato a un pubblico ministero. La Digos milanese, guidata
dal dirigente Claudio Ciccimarra, ha trasmesso la notizia di reato per
violazione dell'articolo 1 della legge Mancino, che riguarda
"discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali
o religiosi". Con ogni probabilità, della questione si occuperà uno dei
sostituti procuratori del quarto dipertimento, che si occupa di
attività eversive.
Oltre all'Anpi, a denunciare la gravità del fotomontaggio erano stati
anche il Partito decratico, la Comunità ebraica milanese e
l'Associazione dei polacchi a Milano, il deputato Emanuele Fiano (Figlio
del sopravvissuto ai campi di sterminio Nedo, e
responsabile Sicurezza del Pd, aveva invitato la magistratura a "verificare se
ci fossero gli estremi per promuovere un'azione penale").
La signora Janik risponde così:
"Tanto rumore per nulla... Col sorriso vi ricordo che dopo le vignette
di Charlie Hebdo tutto è consentito".
La Legge Mancino è anticostituzionale perché in contrasto con l’art. 21 della Costituzione che garantisce libertà di espressione ai cittadini. Nel 1974, negli anni del terrorismo comunista, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l’art. 415 del Codice penale nella parte in cui prevedeva come reato l’istigazione all’odio tra le classi sociali. La motivazione in quel caso era proprio l’art. 21 della Costituzione: due pesi, due misure…
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