Le solite anticipazioni di giornalisti bene informati.
Continua ad essere un reato la pubblicazione di atti giudiziari prima che questi siano comunicati agli indagati.
In due articoli non firmati, Il Messaggero di Roma (quotidiano sui cui scrive tra gli altri anche il giornalista Marco Pasqua che è PARTE CIVILE nel processo di cui si parla nell'articolo) e La Repubblica di Roma (che riprende una nota di Omni Roma, agenzia presso la quale, dai documenti processuali, risulta domiciliato lo stesso Marco Pasqua) pubblicano la notizia del rinvio a giudizio di 39 persone.
Peccato che come accaduto in passato, il sottoscritto non sia informato. E come me, immagino, tutti o quasi tutti i 39 indagati.
Altra considerazione. Nell'articolo si parla di 39 sotto processo. Se è così il procedimento che a novembre ha subito un grave stop, è stato unito ad un secondo procedimento. Un maxi processo insomma. Come per la mafia.
Infine per quanto riguarda il titolo diffamatorio (violento e anti semita), a tempo debito ci saranno le ovvie querele del caso. A chi ha fatto questo titolo, come a chi ha rilasciato interviste video parlando di assalti a campi rom. Querele querele.
Aggiornamento.
L'oss. antisemitismo pubblica i nomi dei giornalisti che hanno firmato gli articoli cartacei. Restano senza firma gli articoli sul web. http://www.osservatorioantisemitismo.it/articoli/processo-stormfront-39-rinvii-a-giudizio-cronache-da-il-messaggero-e-la-repubblica/
La Legge Mancino è anticostituzionale perché in contrasto con l’art. 21 della Costituzione che garantisce libertà di espressione ai cittadini. Nel 1974, negli anni del terrorismo comunista, la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo l’art. 415 del Codice penale nella parte in cui prevedeva come reato l’istigazione all’odio tra le classi sociali. La motivazione in quel caso era proprio l’art. 21 della Costituzione: due pesi, due misure…
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